Self publishing
Concepire, impaginare e pubblicare un libro fotografico è un percorso complesso che integra competenze diverse.
Il self publishing ci obbliga a gestire in proprio tutte queste fasi, fino a trasferire sull’ “oggetto libro” il senso del nostro racconto fotografico e anche qualcosa in più. Sfogliare un libro fotografico è un’esperienza sinestetica, i suoi ingredienti attivano altri sensi oltre alla vista: il tatto avverte la ruvidità di una pagina, l’olfatto l’odore degli inchiostri e così via.
Occorre impaginare le nostre fotografie avendo l’equilibrio, il gusto e la sensibilità per farle dialogare tra loro dando il giusto ritmo, mettendole in relazione alla più appropriata scelta dei caratteri, della carta, del formato, degli spazi, dei colori. Vogliamo che, grazie all’editing più adeguato, il nostro libro parli del nostro modo di essere fotografi e ci assomigli.
Fino a qualche anno fa era quasi impensabile autoprodurre un libro fotografico: il processo tipografico implicava costi e competenze riservati solamente agli autori già affermati, e tale lavoro era necessariamente legato alle poche case editrici presenti sul mercato.
Oggi il self publishing e la possibilità di pubblicare in digitale anche una sola copia di un libro fotografico hanno rimosso la barriera tecnica e quella economica.
Ma non quella estetica ed espressiva, la vera linea di confine tra un risultato professionale e uno dilettantesco.
In questa direzione la consulenza del photo editor può suggerire un percorso visivo che porti il libro vicino quanto più possibile alle intenzioni progettuali del fotografo.
L’autoproduzione del libro fotografico è un’alchimia affascinante ed entusiasmante quanto pericolosa: basta poco per frantumare tutta la tensione narrativa ed emotiva. Basta una sola foto di troppo, basta un’impaginazione senza rigore, basta un racconto senza una direzione precisa. Basta un oggetto – come risultato – senza cuore né cervello.